XL è la formula originariamente pensata per i 40 anni di Drodesera e i 20 di Centrale Fies.
Un’indagine su un “fuori-formato" che rompe la tradizione della one shot estiva tessendo tutti gli eventi annuali.

L’idea di XL nasceva prima di questi mesi incerti. Aveva la volontà di abbandonare la forma del festival estivo per esplodere, espandersi e aggregare tutti i progetti di un luogo di ricerca e produzione artistica.
Una formula esplosa nel tempo, nelle discipline, nelle pratiche e nelle tematiche affrontate, in grado di vedere nell’arte e nella cultura un mezzo di allenamento collettivo al pensiero e all’azione, fortificandone la capacità di entrare nei processi narrativi e nutritivi di un territorio artistico e alpino.
Ma mentre mettevamo in atto l’esplosione di attività, pratiche e modalità di curatela legate a Centrale Fies, mentre ci disegnavamo collegati gli uni agli altri ispirandoci a foreste, nuove pangee e “iper” nature, un essere terrestre e invisibile ci ha guardato crollare nelle nostre certezze, rafforzando ancora di più la consapevolezza di un mondo dove l’umano non è mai stato il centro o l’unicum, ma solo una percentuale irrisoria dell’esistente.
Tra le conseguenze di tutto questo anche un tempo sospeso nel quale abbiamo tenuto acceso il dialogo con i diversi segmenti di una comunità allargata e ferita, dove la distanza fra indigeni e foresti si è improvvisamente ampliata, dove tutti siamo parcellizzati e incompleti, dove dolore e lutto sembrano non cessare mai, ma solo cambiare geografie.

Centrale Fies struttura la sua programmazione aperta al pubblico da maggio a dicembre 2020, e la suddivide per capitoli: alcuni già scritti, altri da riscrivere e altri ancora da immaginare. Una scrittura comune fra artist, curator, professionist, che sappia accompagnarci attraverso il presente, intrecciandosi a sempre diverse parti di una comunità capace di immaginare un festival come qualcosa da trasformare.

Qualsiasi cosa ancora accada, cercheremo di preservare il circolo virtuoso della cura e dell’attenzione che in tutti questi anni ha guidato ogni azione di Centrale Fies, ma ora verrà chiesto a soggetti molteplici di fare lo stesso, di avere cura di un pezzo di ecosistema attraverso azioni reciproche: lo chiederemo all’edificio, alle forme e forze della natura tutto intorno nessuna esclusa, lo chiederemo ai pubblici, così come a curator_, artist_, ospiti e passanti.

Anche con la nuova identità visiva, XL ritrova una corrispondenza inaspettata con quello che era stato pensato prima di questo tempo nuovo: sempre in un’ottica di mutazione per la prima volta -dopo tanti anni- Centrale Fies sceglie di non immaginare un tema e un titolo per far implodere domande e questioni raccolte e rielaborate durante l’anno. XL si concentra sull’identità mutaforma di Centrale Fies: un font, crasi di gothic e metal utilizzati da sempre nelle grafiche dell’art work space, con l’intento di continuare a restituire libertà espressiva a codici iconografici ancorati ad alcuni immaginari che li avevano fagocitati, e bianche tracce rimaste dalle nuove pangee di Supercontinent e Ipernatural, che tornano come fossili a segnare la continuità con quel passato recente in cui immaginavamo il mondo come habitat ideale di creature polimorfe.
XL rimarca la volontà di lasciare il quadro sgombro e pronto ad accogliere le narrazioni che si genereranno da questo nuovo formato in progress, e attivare un intero ecosistema immerso nel concetto di cura nel quale farsi pozione magica, balsamica e collettiva, dove ogni più piccola cosa sarà ingrediente fondamentale.

(Ad oggi questo scritto ha un carattere mutevole, perché, per dirlo con le parole di Chuck Palahniuk "Il futuro che avrai domani non sarà lo stesso che avevi ieri.“)







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