TELL MUM THE SPELL WORKED, un titolo che non è un titolo per un magazine (che è un magazine).

Esce l’edizione zero di un magazine che ogni anno racconterà i risultati, le sfide e gli inciampi di un luogo in perpetua trasformazione come Centrale Fies. Una raccolta preziosa di progetti e pratiche che partono dal centro di ricerca per connettersi con ambiti e discipline altre.

Chi torna a Centrale Fies dopo qualche tempo potrebbe ancora stupirsi di non trovare più la parola “festival” ma di sentirne la medesima atmosfera e di partecipare a una programmazione ricca di spettacoli, performance, talk, mostre, free school, concerti e Dj set.  Se nella fruizione del pubblico nulla è mutato, in questi anni c’è stato invece uno spostamento profondo che tocca le pratiche di curatela e i processi di selezione di artisti e artiste, che non approdano a Centrale Fies unicamente per la programmazione, ma fanno parte di una rete fitta di relazioni, progetti, cure e lunghi periodi di residenza. La sparizione della parola festival si è portata con sé anche quella del tipico strumento che negli anni era diventato iconico per Fies: l’It-book di ogni edizione. Un magazine senza nome ma con una frase ispirante in copertina, ogni volta diversa, che vuole creare complicità con chi la legge. Una pratica che Centrale Fies ha adottato dieci anni fa con gli enormi stendardi affissi sulle mura dell’edificio, pensati per dialogare con il territorio e con i passanti, stendardi che lanciano domande, che instillano il dubbio, che spostano il punto di vista dominante. “This is not a castle” il primo, nero su bianco, e allora anche la frase in copertina non sarà un titoto (“this is not a title”) ma un invito a cospirare con chi non ci conosce e allo stesso tempo un suggellare un patto, un rapporto più profondo con chi già ci conosce. Tell Mum The Spell Worked ha il desiderio di dare un messaggio rassicurante e capace di attivare il frame di un’azione immaginaria compiuta, di una cospirazione che è solo all’inizio ma che darà (ne siamo certe) i migliori risultati. Una sorellanza senza genere, reale e metaforica, riecheggiata da quel “mum”, che può essere madre in tutte le forme e i generi. C’è ironia anche, questo riferimento alla stregoneria e all’incantesimo che ha funzionato, qualsiasi esso sia. La sparizione della parola festival, invece, di cui la co-founder e Direttrice Artistica Barbara Boninsegna scrive nel mag, si è portata con sé anche quella del tipico strumento che negli anni era diventato iconico per Fies: l’It-book di ogni edizione. Rieccolo allora apparire sotto altre sembianze, un magazine. Mutato dunque nell’organizzazione degli spazi e degli argomenti, immaginato appositamente per lasciare la sua natura effimera alla performance, e tenere invece traccia di tutto quello che ruota attorno al cuore pulsante di questo luogo. Gli scritti che troverete sono dei piccoli affondi sui progetti annuali, vi racconteranno molto di quello che il centro fa accadere, come la mostra di Collezione Fies, la Scuola di Diplomazie Interspecie e Studi Licantropici di Mali Weil, o il progetto La Radice Sensibile, creato dal team di Fies per celebrare i 50 anni del secondo statuto di Autonomia, ma anche le collaborazioni con l’artista Giovanni Morbin, le affirmative action per artiste e artisti italiani razzializzati nate con Razzismo Brutta Storia e BHMF, o i tentativi di renderci struttura sempre più porosa e in ascolto attraverso le pratiche orizzontali adottate dall’organizzazione.  La grafica è fluida: cambia di affondo in affondo, rispecchiandone i contenuti e assecondandoli, e in questo modo lascia delle tracce che aprono così le questioni e le rendono ancora più visibili. Ogni numero sarà accompagnato da un compendio titolato DEEP, composto di sole immagini, una mini photo-zine che questa edizione zero ha dedicato alle notti del club, il mondo notturno che si crea quando finisce la programmazione della performance e Centrale Fies compie l’ennesima trasformazione. Questo magazine contiene qualcosa di già successo e allo stesso tempo molto che ancora deve accadere, come esito dell’alchimia di incontri, progetti, attraversamenti, conversazioni, relazioni, sogni antichi e persistenti. Il 13 settembre 2023 è stato presentato alla libreria due punti di Trento, dove potrete trovarlo per acquistarlo.

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