WITCHES BRAND NEW

21 marzo / 4-5-6 aprile 2024

𝗪𝗜𝗧𝗖𝗛𝗘𝗦 / 𝗕𝗥𝗔𝗡𝗗 𝗡𝗘𝗪
allineamenti di pratiche collettive, ricerche, workshop

Stefania Santoni, consulente culturale femminista , “Where are Womanin the Alps?”  (Aperitivo e co-learning ); Barbara Bologna, fashion designer, “Magia senza confini: l’autenticità e l’amore di Barbara Bologna” (Aperitivo e co-learning ), Michela Zucca, storica , “Streghe, eretiche e delinquenti” (incontro); Maria Chemello, curatrice, “Prima c’erano le Fate” (Convivio, presentazione della ricerca e sessione aperta del collettivo); Giulia Damiani, artista ricercatrice . “Spaccature. Dalla psicofavola delle Nemesiache a Heart Brake” (Lecture performance); Giulia Crispiani, performer e poeta, “Sentire troppo, sentire forte” (workshop di scrittura); Mackda Ghebremariam Tesfau’, sociologa, “Linguaggi di esclusione e lotte nel linguaggio: per un vocabolario dell’emancipazione” (lezione)

Il 𝙥𝙧𝙞𝙢𝙤 𝙘𝙖𝙥𝙞𝙩𝙤𝙡𝙤 𝙙𝙞 𝙪𝙣 𝙣𝙪𝙤𝙫𝙤 𝙘𝙖𝙢𝙥𝙞𝙤𝙣𝙖𝙧𝙞𝙤 𝙙𝙞 𝙥𝙧𝙖𝙨𝙨𝙞 𝙚 𝙙𝙞𝙨𝙥𝙤𝙨𝙞𝙩𝙞𝙫𝙞 che vengono svelati, raccontati e sperimentati per diventare azione concreta e pratica collettiva, non solo tematica di cui occuparsi. C’è una matrice sotto traccia che lega 𝙢𝙚𝙩𝙤𝙙𝙤𝙡𝙤𝙜𝙞𝙚 𝙚 𝙖𝙥𝙥𝙧𝙤𝙘𝙘𝙞 𝙨𝙩𝙪𝙙𝙞𝙖𝙩𝙞 𝙚 𝙨𝙥𝙚𝙧𝙞𝙢𝙚𝙣𝙩𝙖𝙩𝙞 𝙙𝙖 𝙧𝙞𝙘𝙚𝙧𝙘𝙖𝙩𝙧𝙞𝙘𝙞, 𝙥𝙚𝙧𝙛𝙤𝙧𝙢𝙚𝙧, 𝙨𝙩𝙪𝙙𝙞𝙤𝙨𝙚, 𝙥𝙤𝙚𝙩𝙚, 𝙖𝙪𝙩𝙧𝙞𝙘𝙞, 𝙙𝙚𝙨𝙞𝙜𝙣𝙚𝙧 𝙘𝙤𝙣𝙩𝙚𝙢𝙥𝙤𝙧𝙖𝙣𝙚𝙚. Una radice comune che si esprime e si mescola nel mondo, che travalica l’esperienza individuale, i linguaggi, le estetiche e i background culturali. WITCHES / brand new vuole aprire a immaginari inediti e scardinare, svuotare e riempire quelli già consolidati legati alla trasformazione simbolica del vivere e dell’agire in un territorio, attraversando mondi e discipline che sembrerebbero non avere nulla in comune, ma che in realtà hanno stesse radici. Quattro giorni (21 marzo / 4-5-6  aprile 2024) scanditi da lecture performance, workshop, co-learning che sfiorano le tematiche attorno al magico, preferendo affondare nelle pratiche: dalle comunità spontanee alle azioni di donne che hanno attivato dispositivi di narrazioni lontane da quella dominante, dai progetti di cura delle persone o dei territori a metodologie che rimettono in discussione la soggettività grazie al mito. Con questo nuovo progetto, Centrale Fies, insiste nella scelta di uscire dalle narrazioni mainstream, di risemantizzare concetti e parole, e di prendere parte attiva al cambiamento e all’ampliamento dei significati all’interno di un più grande discorso e contesto culturale. WITCHES / brand new sarà un raduno di pratiche già esistenti, portate a Centrale Fies da antropologhe, curatrici, performer, poete, ricercatrici, designer. Ognuna di queste pratiche, da quella puramente collettiva e la più ferocemente individuale, vuole mettere in campo capacità trasformative della realtà, attraverso la divulgazione di saperi e informazioni, o immaginando a come poter lasciare eredità di pensiero alimentando un processo di scambio e  apprendimento che possa arricchire il tessuto sociale con nuove prospettive e idee. Siano esse fiction o reali. Con WITCHES / brand new, Centrale Fies apre i suoi spazi a professioniste e professionisti che coltiveranno assieme a chi vi vorrà partecipare, le profondità come approccio, per scambiare e smantellare il linguaggio fino ad affilarlo. L’esperienza di scrittura comunitaria, lo scambio e l’arricchimento reciproco del lessico, la stratificazione di significati, la sperimentazione di nuove posizioni di parole in contesti e di contesti per le parole: è così che qui, in una serie di giornate, leggiamo e rileggiamo l’eredità del magico. 

PROGRAMMA

giovedì 21 marzo 2024 
ore 18.30

Stefania Santoni / Where Are Women in the Alps? è uno strumento ludico e formativo dedicato alla scoperta del genio delle donne dell’arco alpino. Si tratta di un gioco nato nell’ambito della Presidenza italiana EUSALP 2022 dalla collaborazione tra Provincia autonoma di Trento e Associazione AnDROmeda. Un gioco da tavolo che consente di scoprire una parte della storia e del presente poco noti: la storia delle donne delle Alpi. Giocando si scopre che le donne alpine hanno fortemente contribuito alla storia delle regioni alpine europee e hanno un ruolo fondamentale nel determinarne il futuro. Così facendo si riscrive la storia e si creano nuovi immaginari e futuri che hanno come protagoniste personaggi femminili cui ispirarsi. A realizzare il gioco sono state Nadia Groff (grafica e illustratrice) e Stefania Santoni (consulente culturale esperta in studi di genere), due donne, due sorelle, da sempre impegnate nella ricerca strumenti culturali efficaci per superare le dicotomie di genere: unendo le loro competenze, di ricerca e di grafica, hanno saputo recuperare quella parte di storia lasciata sempre ai margini. Dalla scienza, allo sport, ai viaggi, fino al mondo dell’istruzione e della cultura, le donne protagoniste di questo gioco sono personalità geniali che non fanno parte della cultura egemone che da sempre privilegia una narrazione al maschile.  Mediche, architette, filantrope, alpiniste, giornaliste: queste sono solo alcune delle personalità presenti nel gioco. È grazie anche a loro, alla loro storia qui tramandata, se oggi, tante bambine alla fatidica quanto fastidiosa domanda “che cosa vuoi fare da grande?” possono rispondere: la dottoressa, la scienziata, la musicista, la scrittrice e non da ultimo l’astronauta. È grazie alla narrazione di donne che come queste se oggi possiamo fare quasi tutto quello che facciamo, se godiamo di diritti fondamentali e di una certa eguaglianza senza nemmeno rendercene conto. Oltre ad essere un gioco Where are Women in the Alps? è un vero e proprio dispositivo: uno strumento in grado di attivare riflessioni, domande, sollevare questioni che riguardano i diritti delle donne e più in generale i diritti umani. Con questo gioco desideriamo mettere in atto pratiche formative dedicato al superamento del divario socioculturale esistente tra uomini e donne. 

giovedì 4 aprile 2024 

Mackda Ghebremariam Tesfau’ /  Linguaggi di esclusione e lotte nel linguaggio: per un vocabolario dell’emancipazione

Il linguaggio e la parola sono dei veri incantesimi che, se usati sapientemente, possono trasformare ogni cosa. Attraverso un’analisi critica dei meccanismi di esclusione presenti nel nostro linguaggio e nei discorsi quotidiani, si cerca di sviluppare un vocabolario che favorisca l’emancipazione e l’inclusione sociale. Questa riflessione invita a una consapevolezza più profonda del modo in cui le parole possono influenzare le relazioni di potere e a impegnarsi attivamente nella costruzione di un linguaggio che promuova la diversità e l’antirazzismo.

Barbara Bologna / Magia senza confini: l’autenticità e l’amore di Barbara Bologna (performative co-learning)
Ore 20.00

Da dove nasce la ricerca per la capsule collection MAGIC? Barbara Bologna racconta e mostra una parte del suo lavoro che mescola da sempre ricerca, moda e performativo. Ha lavorato per anni nell’ambito delle arti performative e teatrali, lanciando poi il suo omonimo brand, rigorosamente Made in Italy e distribuito in tutto il mondo in high-end luxury boutique. Le sue collezioni vengono presentate a Parigi e a Milano.

venerdì 5 aprile 2024

Michela Zucca / Streghe, eretiche, delinquenti: dove sono andate a finire le antiche femmine ribelli delle Alpi e delle foreste d’Europa?
Ore 17.00

Streghe, eretiche, delinquenti: dove sono andate a finire le antiche femmine ribelli delle Alpi e delle foreste d’Europa? Bruciate sui roghi, naturalmente; fatte a pezzi sui patiboli, in mezzo alla gente di città curiosa ed eccitata; ridicolizzate dagli intellettuali; e dimenticate, soprattutto. La foresta, liberata dal suo incantesimo, poté essere sfruttata secondo la tecnologia moderna: la solcarono le strade, e i rettifili disboscati penetrarono fin nel più fitto degli alberi. La distruzione dell’ambiente ebbe inizio, e il “popolo dei boschi” perse l’unica risorsa di cui disponeva: il rifugio in cui ritirarsi dall’influenza dei “civili”. E perse Dio. O, meglio, la Dea. Attraverso l’esame di miti e leggende, di racconti e modi di dire, dell’iconografia sacra e profana, si ricostruisce la storia delle matriarche, delle streghe e delle donne “contro”, – eretiche, bandite, ribelli, – verificando quali tracce hanno lasciato nella memoria.

Maria Chemello / prima c’erano le Fate con Annachiara Abram, Elina Christodoulaki, Beatrice Commissari, Lucrezia Di Carne, Consuelo Donati, Adriana Ghimp, Irene Leonardelli, Giulia Mantovani, Silvia Marchi, Greta Moser, Eleonora Pedron, Emma Rancan, Angelica Stimpfl, Laura Valentinelli, Francesca Venezia, Michaela von der Heyde, Sara Zanetti, Sabrina Zotta  
ore 19.00


Le fate racconteranno il loro nuovo lavoro, ASTRO MONTE. Proseguendo sulla scia di “Il tuo desiderio arde, il nostro segreto permane” in cui le fate, partendo da mitologie, storie, leggende legate al territorio montano e alla magia hanno creato, scritto, ideato nuove narrazioni, racconti, proverbi, incantesimi, il gruppo ha proseguito con i raduni notturni per esplorare pratiche e metodologie di narrazione e disegno condividendo nuovi spunti di immaginazione e fantasia. Da un piano terrestre, radicato in elementi come l’acqua, la roccia, la foresta, il muschio…in questi incontri il viaggio si è spostato a un livello più celeste, volgendo lo sguardo dalla terra al cielo. In un dialogo aperto, esploreremo costellazioni immaginarie, sogni, profezie. Non mancherà il banchetto fatato.

sabato 6 aprile 2024

Giulia Damiani / Spaccaturelecture-performance
Che cos’è la psicofavola oggi? Come trasmettere un approccio alla performance che attraversa in profondità corpo, mito e territorio scoprendo pratiche diverse e significati destabilizzanti? In questa lecture-performance Giulia Damiani ripercorre la sua ricerca e esperienza con il gruppo femminista Le Nemesiache di Napoli e il loro approccio alla creazione che chiamavano psicofavola. A partire da questo percorso, la sua pratica performativa continua a cercare spaccature necessarie, nel linguaggio, territorio, corpo e spazio scenico. I materiali di ricerca per il suo spettacolo attuale Heart Brake collegheranno contenuti e generazioni femministe

Giulia Crispiani / Sentire troppo, sentire forte
“Sentire troppo, sentire forte” è un laboratorio di lettura e scrittura che localizza i dolori e fissa le impressioni. Durante “sentire troppo, sentire forte” – attraversiamo il tempo con il corpo, fermiamo un desiderio con un’incantesimo o una preghiera, riempiamo lo spazio con la voce, parliamo d’amore e leggiamo il futuro, come se tentassimo di registrare una certa temperatura corporea, l’intensità di un respiro, la profondità di un’angoscia o la pienezza di una gioia – con la scrittura febbrile, cerchiamo di dirci come stiamo.

  • deadline per iscrizione 8 marzo *